
Rocca degli Alberi
Struttura e meccanismi difensivi
La Rocca è composta da tre corpi principali: l’androne di passaggio, il torrione orientale e il mastio, munito di merlature sporgenti con piombatoie. Ai lati si trovano due ponti merlati (rivellini), uno dei quali (lato città) oggi parzialmente interrato. Il sistema difensivo era estremamente complesso, con dieci chiusure mobili: 4 ponti levatoi, 4 portoni, 2 saracinesche (ancora esistenti). Ogni sezione veniva aperta o chiusa singolarmente da diversi corpi di guardia.
Gli interni erano attrezzati per la permanenza della guarnigione: pozzi per l’acqua, magazzini, scuderie, camini, latrine. L’androne contava 4 piani scoperti, il torrione 6, il mastio 8, l’ultimo dei quali fungeva da terrazza per la sorveglianza, dotata di garitta e tetto piramidale. I meccanismi erano ad alta ingegneria: bilancieri a contrappeso, verricelli, chiaviche per l’allagamento del fossato.

Rocca degli Alberi
Simboli e storia
Sulle porte d’ingresso, lato città e lato campagna, erano scolpite lapidi araldiche: a sinistra il “carro” dei Carraresi, al centro elmo e scudo (forse l’arma di Francesco il Vecchio), a destra la croce del Comune di Padova, con un’iscrizione latina celebrativa (oggi abrasa). La Rocca fu teatro di scontri cruciali, come l’assedio del 1405, quando il podestà Tommaso da Mantova resistette fino all’ultimo contro i Veneziani. Il suo profilo merlato e scenografico continua a dominare il paesaggio urbano, trasmettendo ancora oggi un’impressione di potenza storica e fascino architettonico.
