
Ezzelino III da Romano
La fine del tiranno
Solo nel 1256 Montagnana si libera dal giogo ezzelino. Le truppe locali si uniscono a Padovani e Vicentini in una battaglia nei pressi di Villanova: Ezzelino viene disarcionato ma riesce a fuggire. Nel 1259, nel tentativo di conquistare Milano, viene tradito dal Marchese Pallavicino, ferito e infine muore a Soncino per una cancrena. La sua morte segna la fine di un’epoca. Si apre un nuovo capitolo per i territori da lui dominati, celebrato da molte città con feste popolari e Palii, tra cui quello di Montagnana.

Ezzelino III da Romano
Il “figlio del demonio” e il peso della memoria
Attorno a Ezzelino fiorirono racconti terrificanti: si diceva che fosse nato da un patto col demonio, che avesse fatto accecare prigionieri, murare mendicanti, uccidere senza pietà. Anche la missione pacificatrice di Sant’Antonio fu vana. Alla sua morte, il popolo scatenò un’ondata di vendette: suo fratello Alberico fu torturato e la sua stirpe sterminata. L’apertura delle carceri, come la Torre di Malta a Cittadella, mostrò l’orrore del regime ezzelino. Ezzelino divenne così per sempre “il figlio del Demonio”, simbolo di tirannide e crudeltà, ma anche figura centrale e controversa della storia medievale italiana.
